Una barca … NUOVA

n° 143 – febbraio 2011

RESTAURARE – verbo transitivo – restituire allo stato primitivo opere d’arte o altri manufatti, rifacendoli, riparandoli o rinnovandoli. Così lo Zingarelli. Per noi l’opera d’arte è la Barca e la parola chiave “rinnovare”. Quando ci accingiamo ad acquistare una imbarcazione usata, ma anche al momento della vendita della “nostra cara”, ci rendiamo conto del suo vero stato di manutenzione e solo allora, lontano dalle nostre navigazioni e giornate in alto mare a bordo di lei, ci appaiono evidenti tutte le sue imperfezioni siano queste estetiche che funzionali.

Eppure oggigiorno con un minimo di manutenzione, sia questa straordinaria che ordinaria, potremmo mantenere sempre efficiente e in perfetto stato la nostra barca e non ritrovarci a dover “svenderla” solo per cattiva cura. Molti prodotti della linea C-Systems (resine epossidiche), Nautilus e Spinnaker permettono di affrontare qualsiasi tipo di intervento sia questo di riparazione, incollaggio, laminazione e pitturazione. In questo articolo riportiamo l’esempio di una imbarcazione che si trovava in uno stato ormai pessimo e dunque acquistata dal nuovo proprietario Walter ad un prezzo più che scontato.

Se il vecchio armatore la vedesse dopo gli interventi che sono stati effettuati per rimetterla a nuovo, certamente non la riconoscerebbe e si mangerebbe le mani per questa imbarcazione che con un lavoro di restyiling ha più che raddoppiato il suo valore di mercato (una minima spesa di fronte al plus valore acquistato). Nei lavori che si vengono ad effettuare nelle riparazioni, ristrutturazioni, cicli di verniciatura il costo dei materiali incide in una piccola percentuale sul costo totale. Se poi è lo stesso armatore a realizzare i lavori l’incidenza della manodopera si azzera.

Il gioco vale la candela?

Certamente, se si pensa anche al fatto che spesso il peggiore degli armatori è miglio del miglior cantiere se si tratta di effettuare interventi e lavori sulla propria imbarcazione: l’attenzione, la ricerca dei migliori prodotti, la cura nei lavori e rifiniture sono senz’altro più mirate e fatte con passione e partecipazione a qualcosa che un domani vogliamo affidabile e funzionale in ogni condizione di mare e di tempo. Insomma Walter è riuscito con la sua bravura e passione a ridare vita alla barca appena acquistata, non facendo miracoli, ma semplicemente lavorando con passione e utilizzando i prodotti affidabili e anche se tecnici e professionali semplici da utilizzare a chi ha un minimo di manualità.

Questa imbarcazione di 24 piedi in vetroresina è un esempio pratico di come un semplice restyling l’abbia trasformata da brutto anatroccolo in un bellissimo cigno bianco. Fortunatamente l’imbarcazione non presentava problemi di osmosi. Grazie allo strumento SKINDER si è rilevato che lo scafo è asciutto e non presenta problemi di umidità. Skinder riesce a misurare la umidità relativa presente sulla superficie su cui noi lo andiamo semplicemente ad appoggiare, sia questa di vetroresina, come nel nostro caso, che di legno. Una semplice lettura della misurazione nonché un segnale acustico ci segnala lo stato della superficie.

Per i Registri Navali l’umidità relativa della vetroresina deve tendere a zero.

E’ sempre bene effettuare le misurazioni con lo strumento Skinder prima dell’acquisto dell’imbarcazione, per non avere sorprese in un secondo momento. Anche se la carena in vetroresina non presenta bolle di osmosi, queste possono essere ancora inglobate sotto lo strato superficiale e pronte ad uscire in un secondo momento quando si presenta caratteristiche fisico-chimiche atte ad innescare il fenomeno di osmosi. Il nostro “anatroccolo” fortunatamente non ha problemi di umidità e quindi il lavoro è molto più veloce, ma non per questo meno valido ed efficiente.

La carena come l’opera morta, lo specchio di poppa, la coperta hanno bisogno di un intervento di pitturazione che naturalmente noi eseguiremo consolidando bene il supporto e conferendo solidità e sicurezza alla superficie impiegando la resina epossidica C-Systems 10 10 CFS.

La cosa ottimale sarebbe sabbiare la carena, ma in questo caso è sufficiente una idrosabbiatrice per togliere i vecchi strati di antivegetativa presenti.

La carena, non presentando problemi di avvallamenti e vuoti, non necessita di stuccature.

Applichiamo una prima mano di C-Systems 10 10 CFS additivata con A20 Microshield: questo additivo di colore nero è a base di grafite e tende a creare uno spessore più alto della semplice resina pura, capace di creare uno strato resistente a cavillazioni e graffi e meno permeabile all’acqua perché idrorepellente. A seguire 2 mani di Nautilus Epoxy Primer e 3 mani di antivegetativa Nautilus Polishing Antifouling Plus a rullo, partendo da poppa e con applicazione verticale. Questo tipo di antivegetativa (in questo caso di colore azzurro) è autolevigante ed indicata per imbarcazioni a vela oltre che a motore sino a 35 nodi.

La deriva viene ben pulita sempre con l’idropulitrice e applicate due mani di Nautilus Epoxy Primer direttamente sul metallo e a seguire 2 mani di C-Systems 10 10 CFS. A questo punto eseguiremo una stuccatura con Nautilus Epoxy Light Filler (la prima mano con spatola dentata, carteggiatatura, seconda mano con spatola liscia). Grazie alla stuccatura cercheremo di mettere in profilo la deriva per avere una sezione fluidodinamica e guadagnare nodi nella navigazione. Dopo la stuccatura 2 mani di C-Systems 10 10 CFS additivata con A20 Microshield, 2 mani di Nautilus Epoxy Primer e due mani di antivegetativa Nautilus Polishing Antifouling Plus.

Nell’opera morta applichiamo 2 anni di Nautilus Epoxy Primer e successivamente 2 mani di smalto colore bianco Nautilus Enamel applicato a rullo. La facilità di applicazione di questo smalto permetterà di ottenere anche con la semplice applicazione a rullo una superficie splendida ed eccezionale: la sua brillantezza si manterrà per lungo tempo grazie alla sua caretteristica ad alto solido.

Sulla coperta una volta smontata l’attrezzatura (winch, passamani, candelieri, stopper, bitte, ecc) andremo a carteggiare bene in profondità la superficie per “cercare il buono”. Interveniamo con la resina epossidica C-Systems 10 10 CFS e Microfiller Powder per riparare colpiture, crepe, piccoli avvallamenti. Se le zone sono molto estese stuccheremo con lo stucco Nautilus Epoxy Light Filler, anche questo epossidico, per ottenere una superficie di coperta perfettamente liscia. Anche sullo specchio di poppa erano presenti degli evidenti danni subiti in banchina.

In questo caso essendo le colpiture molto profonde fino alla vetroresina, si interviene sempre con C-Systems 10 10 CFS e Microfibre Minerali: questo prodotto tixotropico ricostruisce la vetroresina che è venuta a mancare dando alla riparazione effettuata sicurezza strutturale. L’opera morta viene carteggiata bene in modo da ottenere una superficie omogenea e pulita da asperità, imperfezioni, vecchie vernici instabili.

Sulla coperta una volta pulita (ci possiamo aiutare con il detergente Nautilus Fiberglass Cleaner) e asciugata, applichiamo 1-2 mani di C-System 10 10 CFS; a seguire 2 mani di Nautilus Epoxy Primer e succesivamente lo smalto di colore bianco Nautilus Enamel applicato a rullo. Otterremo così una superficie perfettamente liscia e splendente: creeremo inoltre delle zone antiscivolo aggiungendo allo stesso smalto Enamel la polvere Antiskid Powder.

L’attrezzatura viene rimontata in coperta avendo l’accortezza di inserire ogni vite solo dopo aver protetto ogni foto con C-Systems 10 10 CFS, in modo da proteggere la coperta da ogni infiltrazione.

La protezione in legno che percorre per tutta la lunghezza l’imbarcazione che era stata smontata verrà recuperata una volta carteggiata bene, protetta con 1-2 mani di C-systems 10 10 CFS e a seguire Spinnaker Polyurethane 2 (poliuretanica a 2 componenenti).

Così come tutte le parti a legno della coperta: trattamento con C-Systems 10 10 CFS e a seguire 5-6 mani di vernice trasparente SPINNAKER GOLD FASHION (versione lucida) o versione MAT opaca. La linea di vernici SPINNAKER risponde in maniera giusta e professionale alle più diverse esigenze: lucidi ed opache, per interni o esterni, ognuna con caratteristiche specifiche ma tutte capaci di conferire al legno verniciato tutta la sua bellezza, resistenza, durabilità.

Anche l’interno richiede un intervento straordinario. Vengono smontati i piani di calpestio e ricostruite le paratie in legno con compensato incollato allo scafo mediante filetti di C-Systems 10 10 CFS con Microfiller Powder. Grazie alla resina e il suo additivo possiamo costruire piani e vani a nostro piacere poiché gli incllaggi che andiamo a fare tra vetroresina (interno dello scafo) e il legno (paratie, piani, mensole, arredi, ecc) sono strutturati e perfettamente solidali alla struttura dell’insieme. Prima di rimontare le pedane lo scafo interno viene protetto con C-Systems 10 10 CFS, a seguire Nautilus Epoxy Primer e successivamente smalto poliuretanico Nautilus Enamel di colore bianco. In sentina si preferisce dare un colore giallo come il Gelcoat Light per avere una visibilità eccezionale. Il legno viene tutto protetto con una prima mano di C-Systems 10 10 CFS e più mani di vernice trasparente SPINNAKER SATIN o EGGSHELL nelle versioni satinate o opoache.

Quello che abbiamo ottenuto con semplici interventi di riparazione con C-Systems 10 10 CFS e suoi additivi e verniciatura con i prodotti della linea Nautilus e Spinnaker è un’imbarcazione che aspetta solo di navigare nelle dolci acque del lago di Bellano. La soddisfazione di aver recuperato questa barca è grande. Con un minimo di manualità, alcuni weekend dedicati a lei e l’affidabilità dei prodotti (resine, vernici, stucchi, antivegetative) hanno permesso a Walter di recuperare ciò che a prima vista viene già dato per perduto e irrecuperabile. C-Systems 10 10 CFS non solo ti dà una mano in maniera semplice e professionale, ma garantisce l’affidabilità dei lavori (è omologato RINA), la sicurezza e conferisce un plusvalore alla barca. Ogni barca è lì che aspetta il so Walter per tornare a navigare …