Un nuovo timone fatto a regola d’arte

Anno 12 n°64 – febbraio/marzo 2011

Questa “vela” d’inizio secolo scorso sta affrontando lavori importanti. Tra gli interventi, è prevista anche la sostituzione del timone che – come s’usava all’epoca – ha l’asse in legno. La barca nacque senza motore. Per l’arrivo in porto, l’abbrivio consisteva nel calare le vele di colpo, sfruttando così l’inerzia residua per la manovra. Se invece non c’era vento, l’entrata e l’uscita era effettuata grazie al dinghy di servizio e alla forza delle braccia. Le cose si complicavano col mare mosso, ma c’era ben poco da fare.

Il motore fu installato solo dopo la seconda guerra mondiale e il vano per l’elica è stato ricavato nella pala per il timone.

In interventi analoghi, per non interferire negativamente sulla fluidodinamica e l’efficienza del timone, la scelta progettuale è di far uscire l’elica lateralmente, con il motore montato leggermente di traverso all’asse di chiglia.

Il vecchio timone presenta le tracce delle reggette d’acciaio – ora rimosse – che andavano a compensare la resistenza delle fibre del legno, queste ultime “organizzate” per offrire la massima resistenza in verticale per l’asse del governo del timone.

Il legno, quando ben scelto, è una fibra “unidirezionale” naturale (anisotropia – tutte le fibre disposte in un unico verso) e, a parità di peso, è tre volte più resistente dell’acciaio. Infatti, in tempi remoti, quando le colle non c’erano, la costruzione prevedeva che le parti curve delle piante fossero utilizzate sfruttandole dove la barca necessitava di queste caratteristiche progettuali, con eccellenti risultati di robustezza e affidabilità. Allora la costruzione era fatta con chiodi, viti e bulloni passanti. Il nuovo timone è ora invece tutto incollato e le varie tavole – una decina, accuratamente selezionate e di differente spessore – sono unite strutturalmente con C-Systems 10 10 CFS e Addensante n°2. L’affidabilità del 10 10 CFS è maggiormente esaltata con la scelta del legno, la buona esecuzione degli incollaggi e il rispetto delle condizioni di lavoro, come temperatura, umidità, rapporto di miscelazione ed altre semplici e facili indicazioni che fanno parte della corretta maniera di lavorare.