La coperta di teak

Anno 8 n°40 – febbraio/marzo 2007

Il teak (Tectona grandis) è stato scelto, non a caso, per fare barche.

Il Teak (Teck, Tek a seconda del paese importatore) è un legno con venatura molto regolare uniforme e con pianta di altissimo fusto. E’ oleoso, sopporta anche gli acidi e ha un alto contenuto di silice (il minerale più diffuso in natura) che lo rende molto resistente all’usura (consuma velocemente l’affilatura degli attrezzi di lavoro).

Lasciato al naturale non subisce il deterioramento del tempo, caratteristica riservata a pochi “legni”. Quando stagionato e tagliato di fresco ha un profumo intenso e una colorazione marrone-dorata simile al tabacco.

La zona geografica di crescita spontanea è compresa dall’Asia meridionale alla penisola indiana al Laos e Vietnam. Il più “buono” oggi, viene dalla Birmania. Templi, idoli e costruzioni architettoniche sono in teak e resistono da secoli.

Ha un basso assorbimento d’acqua, che vuol dire stabilità dimensionale, resistenza agli agenti atmosferici e alle variazioni quotidiane di temperatura che sono molto più aggressive della permanenza in acqua. E’ poco fissile e quasi inattaccabile dai parassiti e resiste alla teredine (Teredo navalis).

Imbarcazioni fasciate e costruite in Teak sono una minoranza perché, anche in relazione al trasporto, è più costoso di altri legni da costruzione. Oggi, nel campo nautico, il maggiore impiego è per capodibanda e le coperte delle barche sia in legno (poche purtroppo), vetroresina e metallo.

Consideriamo qui la messa in opera della coperta su barca di legno o vetroresina.

Le coperte sono generalmente preparate in laboratori, su “dima”, in svariati pezzi che si compongono poi come un “puzzle” per procedere velocemente e non intralciare altri lavori.

Sono messe in opera caricandole con pesi o sottovuoto e l’uso di collanti moderni. Il risultato è così perfetto che di più non si può.

Questo procedimento ha permesso di eliminare viti, chiodi, tiranti e tutto il ben di dio che occorreva per fare una coperta “artigianale”.

Il Maestro d’Ascia è un ottimo artigiano che si aggiorna continuamente per restare adeguato ai tempi. Deve conoscere tecniche e prodotti nuovi e metterli in pratica “artigianalmente” con grosso impiego di mano d’opera e farne opere “artistiche”.

L’Industria deve essere un “artigiano in grande”, per ottenere gli stessi risultati estetici in minore tempo a costi inferiori, ma con capitali importanti per produrre macchine che agevolano e velocizzano il lavoro, purtroppo, ripetitivo.

Questa coperta in teak, su vetroresina, è stata fissata con viti come testimoniano i tappi di copertura. E’ stata ripetuta la sostituzione della gomma dei comenti, come risulta evidente dalla eccessiva larghezza e non perfetta linearità.

Sta per essere demolita e il futuro aspetto estetico prevede l’eliminazione completa dei tappi.

Assicuriamoci che la coperta, fatta in laboratorio o doga per doga sia incollata con un epossidico, moderno e affidabile come il C-Systems 10 10 CFS o meglio C-Systems Epoxy Tixo che è già tixotropico-denso (come un gelato). L’epossidico colma perfettamente ogni piccolo avallamento e forma un corpo unico. La resina epossidica, alcuni dicono, è rigida.

Il C-Systems 10 10 CFS o Epoxy Tixo (ora non più in vendita e sostituito dal più performante ET108) si allunga oltre il 5% così come le altre resine “pure” non caricate e segue perfettamente il movimento del legno che è di circa il 2,5%, che della vetroresina (fibra di vetro + poliestere) leggermente superiore al 4%. Questo incollaggio forma un corpo unico con un valore di rigidità e resistenza più alto dei due materiali presi singolarmente. A parità di resistenza è possibile ridurre gli spessori del supporto.

Applicare il teak su un materiale flessibile, come la gomma, non aggiunge forza alla struttura e in caso di forte sollecitazione può esserci il distacco.

Quando si analizzano i dati, per esempio in ASTM (American Standard Test Metod) o DIN (Deutsches Institute fur Normung) un incollaggio con materiale flessibile, come la gomma, mono o bicomponente, può raggiungere, nel migliore dei casi valori di trazione intorno a 12/15 kg/cm2.

La gomma non satura la fibra del legno e non impermeabilizza.

C-Systems 10 10 CFS o Epoxy Tixo superano largamente i 140 kg/cm2 e con peso specifico inferiore.

Ora che la coperta è ben costruita e incollata… manteniamola così con i prodotti giusti per la manutenzione come i pulitori della Linea Nautilus!