Il fasciame incrociato

Anno 9 n°50 – ottobre/novembre 2008

Si è sempre sentito dire che il legno è un materiale vivo, si muove continuamente, non si ferma mai. Per questo motivo le costruzioni in longitudinale di legno, fino agli anni 50 del secolo scorso, nei giorni successivi al varo, “filtravano leggermente e lentamente” acqua, in alcuni punti dell’opera viva. Poi il legno “ingroossava” e chiudeva perfettamente la connettitura. Su barche veloci o particolarmente tecniche, per mantenere il rapporto di leggerezza, si costruiva il doppio o il triplo fasciame incrociato.

Quel periodo storico non disponeva ancora della tecnologia delle colle marine (la più diffusa la Colla Rossa) e per tenere insieme i due o tre fasciami si ricorreva ancora alla chiodaggine di rame “ribattuta” all’interno con il “trincio” o “cappelletto”. Tra il primo e il secondo strato … veniva interposto un tessuto di cotone (chiamato anche pelle d’uovo per la sua compattezza e uniformità) messo in opera con un impasto di “biacca”. La biacca è un “miscuglio” (la cui proporzione varia da Cantiere a Cantiere) di polvere di minio (carbonato basico di piombo) olio di lino e cementite. Il minio (velenoso) difende il legno e la tela di cotone dagli attacchi dei parassiti. L’olio impregna trasportando il minio nel legno.

La cementite colma le imperfezioni, non essica completamente perché è presente l’olio e fa stare attaccata la tela al fasciame. E’ difficile credere che il legno in queste condizioni riesca a “respirare“.

Oggi in un intervento su uno scafo tradizionalissimo di circa 70 anni fa, è stato necessario intervenire perché il fasciame esterno, anche sotto l’azione della turbolenza delle eliche, ha qualche problema. La rimozione del primo strato di legno ha messo in evidenza il suo tempo. Dopo una buona pulizia e asciugatura naturale e forzata si è intervenuti con la resina epossidica C-Systems 10 10 CFS per impregnare il legno e conferirgli consistenza. Il tessuto di vetro biassiale +/- 45° ha la funzione della tela di cotone ma il vetro non marcisce e non viene attaccato dai parassiti. Messo in opera con il peel ply (tessuto distaccante) lascerà una superficie, dopo la rimozione, omogenea, a sottile nido d’ape, idonea ad essere incollata al successivo strato di fasciame che andrà a ricomporre lo spessore della struttura, senza necessità di carteggiatura e senza pericolo di sostanze contaminanti.

Il C-Systems 10 10 CFS ha una elasticità, certificata RINA, che asseconda sia i movimenti del legno che del vetro e i lavori fatti molti anni fa, anche su imbarcazioni militari, sono a dimostrazione della capacità artigianale degli interventi riparatori e l’uso di “nuovi” materiali … che nuovi non sono!