Dagli Appenini alle Lande

Anno 12 n°65 – aprile/maggio 2011

Barca in vetroresina di tanti anni fa, quando il nuovo materiale – osteggiato da tradizionalisti e sostenuto dagli ardimentosi – faceva il suo ingresso trionfale nel campo nautico.

La mancanza di familiarità obbligava ad una metodologia esecutiva che, col passare del tempo, sarebbe decaduta anche in lavorazioni approssimative e nell’impoverimento nella qualità del materiale e della messa in opera.

Questa barca ha più di quaranta anni; le lande sono “affogate” tra i due strati di compensato che formano la paratia divisoria della dinette. La piastra in acciaio si trova in mezzo, racchiusa nella nicchia scavata tra i due “fogli” togliendo qualche strato dall’uno e dall’altro. Un lavoro estetico pregevole: si vedono solo i bulloni autobloccati da una parte e le teste dall’altra. La sartia tira e, sopratutto nelle boline stratte, l’acqua filtra e lentamente riesce a farsi strada, inzuppa il compensato. L’umidità, camminando anche sotto la vernice, macchia tutta la paratia compromettendone l’affidabilità estetica. Per riportarla alle sue caratteristiche originarie è stata aperta asportando le parti compromesse e asciugandola con l’aiuto del phon di casa. La stuccatura è stata fatta con 10 10 CFS e Microfibre Naturali per ridare consistenza nella parte avariata. L’appoggio a murata è stata irrobustita facendo un cordolo con 10 10 CFS e Microfibre Minerali.

A livello estetico due nuove superfici di compensato sono state usate per rivestire le due facce del divisorio sopportando lo stress dei buloni della landa. Un’eventuale infiltrazione troverà ora la struttura del compensato stuccata e successivamente protetta e incollata con 10 10 CFS evitando, nel tempo, ogni possibile alterazione strutturale. La nuova paratia ha quindi ripreso il look degli interni grazie alla protezione di SPINNAKER Satin che uniforma il colore leggermente opaco che abbiamo in tutti i legni dell’interno.