Come fare la stuccatura alla carena

 La stuccatura con spatola dentata (vedi listino e illustrazione), è consigliabile anche per la carena, per ottenere risultati di omogeneità nello spessore, grande effetto estetico finale e…. risparmiare tempo e fatica. Lo stucco, applicato con questa spatola, formerà come un’aratura e noi potremo lavorare velocemente nella ricopertura della superficie e gli eccessi che deborderanno dalla spatola, saranno nuovamente ripresi da un’altra spatolata.
A ricopertura di una superficie di circa 2 metri quadri, riuniremo dall’alto verso il basso la superficie stuccata, dando un unico verso alle “rigature” e poi ripartiremo per una superficie nuova. Procederemo così fino alla completa ricopertura e l’aspetto finale di questo nostro lavoro, ricorderà un campo arato pronto per la semina.
Ad essiccazione avvenuta (dalle 12 alle 24 ore e circa 2 ore con i tipi fast) con un pezzo di legno ben piallato della lunghezza di circa cm. 30 e con una carta vetrata da orbitale con grana grossa (40-60), usando un morale di legno alla maniera di una pialla da falegnami, “pialleremo” livellando, tutti i promontori in eccesso di stucco che abbiamo fatto sul bulbo e sulla carena. In poco tempo (3 ore circa), riusciremo a ragguagliare e lisciare tutta la carena e il bulbo di un’imbarcazione a vela di 11 metri ft., avendo la certezza di avere creato un sottofondo omogeneo e compatto. Una spolverata, una bella carezza sull’opera viva della nostra bella barca per controllarne l’omogeneità e assicurarsi del lavoro sin qui fatto.
Abbiamo carteggiato solo l’eccedenza, senza promontori o avvallamenti tipici delle applicazioni con le spatole lisce e tutto questo senza carteggiare e “mangiare” chili di polvere. Ora siamo pronti per la seconda applicazione dello stucco, quella che colmerà i solchi fatti precedentemente. Si userà qui la spatola liscia e l’applicazione dello stucco, dopo avere pulito bene la superficie, risulterà subito omogenea. Avremo le punte dell’“aratura” che ci faranno da guida e ci permetteranno di fare tutta la pressione necessaria senza possibilità di applicare se non la giusta quantità di stucco. Inoltre le attaccature tra spatolata e spatolata, potranno essere così lievi che quando passeremo la mano sulla seconda applicazione, ancora prima della carteggiatura finale, le imperfezioni che troveremo saranno veramente insignificanti e con ancora una mezz’ora di lavoro saranno eliminate, questa volta usando carta 140-160. E’ importante tenere presente che lo stucco Nautilus Epoxy FINE Filler, come Nautilus Epoxy LIGHT Filler dopo circa 48 ore, necessitano per essere sovrapplicati, di carteggiatura. Nel caso della prima applicazione con spatola dentata, trascorso questo periodo di tempo, è necessario che oltre alla carteggiatura per spianare la superficie, sia fatto anche un passaggio con spazzola di ferro nel verso della rigatura, per facilitare l’aggrappaggio della mano successiva.
E’ comunque preferibile che per la carena e il bulbo siano rispettati quando possibile i tempi, in maniera che, le varie mani di prodotto, leghino tra loro chimicamente non avendo ancora compiuto la reticolazione finale. Nel caso siano trascorse le 48 ore, dopo il passaggio con la spazzola metallica è consigliabile anche una mano “tirata” di C-systems 10 10 CFS seguita, a ruota, dalla mano di stucco con spatola liscia.
E’ interessante notare che: data una certa superficie, con i prodotti sopradescritti e si voglia ottenere un risultato “X”, un Operatore esperto impiega circa 10 ore.
La stessa superficie con gli stessi prodotti e con lo stesso Operatore che di buon grado accetti i nostri suggerimenti, applicando lo stucco con la spatola dentata e ottenendo un risultato del 15% superiore a “X”, impiega circa 4 ore. Se lo stesso lavoro, con gli stessi prodotti e con risultato finale “X”, viene eseguito dal Proprietario, questi impiega circa 8 ore.
Una considerazione a parte merita l’attaccatura del bulbo allo scafo, perché in questo punto ci sono sempre dei piccoli movimenti causati dalla concentrazione altissima del peso del bulbo e dall’elasticità della “pancia della nostra barca”, che danno luogo a qualche screpolatura nella protezione antivegetativa e infiltrazioni di umidità nella giunzione. Nonostante ci siano vari “disegni” di attacco che prevedono “fughe” riempite con gomma (polisolfurica o polyuretanica – non siliconica perché si stacca e non è verniciabile) il problema si affronta sempre con risultati non certi. Sarà opportuno qualora si giunga alla rimozione del bulbo per il controllo dei tiranti, far sì che la protezione anticorrosiva sia estesa anche nella parte di contatto e di attacco. Per la parte di attacco, dopo la protezione anticorrosiva, è importantissimo prima della fase di tiratura dei perni, spalmare bene con stucco epossidico
Nautilus Epoxy LIGHT Filler, che colmerà tutte le parti non perfettamente combacianti e farà una congiunzione perfetta. Il buon serraggio dei perni e la loro corretta funzionalità aiuteranno a risolvere il problema, perché l’eccesso di stucco, sarà forzato a fuoriuscire e quello che rimane “bacerà” perfettamente. Un’attenzione particolare la vogliamo riservare al bordo di uscita del bulbo e del del timone. Molte di queste appendici terminano in maniera arrotondata; non è corretto. Trascinano acqua, formano rigurgito e fanno durare più fatica alla barca. Allineate con la spatola dello stucco il lato destro e sinistro e poi pareggiatele per testa formando così una coda tronca. Carteggiate e rifinite ancora con stucco per gli angoli ben vivi. La barca andrà meglio e se controllate quelle che “corrono” possono essere solo così.